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Jihad in the Balkans : a blaze never extinguished in the "Powder Keg of Europe"
Jihadist terrorism in its various expressions remains today the greatest threat to the European Union. In Europe, the Balkan area represents a sensitive territory for the proliferation of jihadist terrorist forces. This article aims on one hand at understanding how terrorism in the Balkan region constitutes a danger for Italian national interests and what initiatives Italy has implemented to counter it, particularly at the level of international peacekeeping missions, and, on the other, at analysing some case studies that describe the typical features of radicalization in the Balkans and its consequence for Italian and European security.
L’area balcanica rappresenta un territorio sensibile per la radicalizzazione dell’Islam: una realtà che conta circa otto milioni di fedeli facenti parte di differenti comunità, per tradizione e lingua, e dalla quale dal 2012 sono partiti oltre mille cittadini per il Medio Oriente, unendosi alle milizie islamiste, non solo dell’Isis. il presente articolo si pone un duplice obiettivo. Il primo è quello di comprendere come il terrorismo nella regione balcanica costituisca un pericolo per gli interessi nazionali italiani e quali sono le iniziative che l’Italia ha realizzato per contrastare questo fenomeno distruttivo, in particolare a livello di missioni di pace internazionali. Il secondo è quello di analizzare tre casi studio, ossia quelli di Mesinovic, Tafallari ed Heta per descrivere i tratti tipici della radicalizzazione nei Balcani e la sua conseguenza per la sicurezza italiana ed europea.